Casa natale di Cristoforo Colombo
La casa natale di Cristoforo Colombo si trova nell’antica “contrada del Caroggio“, l’attuale Via Rati. La stessa è menzionata nel testamento di Domenico Colombo (padre di Cristoforo) dettato nell’anno 1449. L’interno della casa non è visitabile poichè è abitata. In origine l’edificio era composto da un piano terra e due piani superiori. Nel 1650, un discentente, il reverendo Antonio Colombo, fa dipingere sulla facciata l’effigie di Cristoforo Colombo ed alcune epigrafi.
Nel secolo XIX, tale dimora è stata visitata dai Principi di Casa Savoia e da numerosi visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Tra questi, il poeta inglese Alfred Tennyson, la poetessa Maria Konopnicka ed il romanziere Jozef Ignacy Kraszewski, entrambi di nazionalità polacca e, molti capitani americani i quali, con le loro navi venivano appositamente a Cogoleto per visitare la casa ed ammirare il ritratto dell’Ammiraglio custodito in Comune. Una lapide collocata sulla facciata a mare dell’edificio ricorda l’arrivo in Cogoleto, nel 1847, della nave della marina americana: “Princeton“
Ulteriori notizie in: www.cristoforocolombostoria.it
Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore
Il primo documento che nomina la vecchia chiesa parrocchiale di Santa Maria in Cogoleto risale al 1308. Costituita da tre navate, aveva 12 altari. La chiesa parrocchiale così come la vediamo oggi, risale alla fine dell’Ottocento. In quell’epoca infatti, resasi insufficiente per accogliere la popolazione per le funzioni sacre l’ormai vetusta chiesa ed essendo anche pericolante, si decide di demolire la vecchia struttura e di costruire una chiesa più grande e più bella. E’ l’anno 1877. Si assicura, nel procedere ai lavori, una degna sistemazione all’altare dei Colombo (altare dedicato a San Giovanni Battista). Tutta la popolazione si prodiga per la miglior realizzazione dell’opera la cui direzione tecnica è affidata al Cav. Maurizio Doufour (autore del disegno) ed al Cav. Angelo Borgo. Sulla facciata a mare della chiesa una lapide collocata nel 1888, ricorda la presenza sul luogo di un antico castello, atterrato da Napoleone primo per consentire la costruzione della strada Nizza – Roma.
Oratorio di San Lorenzo
L’oratorio di San Lorenzo, da secoli sede dell’omonima confraternita, ha origini antichissime. La prima notizia ad oggi ritrovata risale al 1514, ma da un pregevole registro custodito nell’oratorio, che riporta i nomi dei confratelli defunti, dalle origini della confraternita sino al 1855, la stessa risulta fondata nel 1400. Si ipotizza quindi che l’oratorio fosse già presente nel secolo XV. Anticamente, nell’oratorio si riuniva il “Parlamento” del luogo per discutere ed assumere importanti decisioni nell’interesse della popolazione quali per esempio: approvvigionamento di grano per fronteggiare le necessità alimentari delle famiglie durante le pestilenze. All’interno dell’oratorio sono custodite ed esposte opere di grande pregio. Tra queste, la tela sopra l’altare maggiore, che raffigura il martirio del Santo, opera del pittore G.B. Carlone (1603 – 1684). Inoltre, sempre all’interno sono esposte alcune pregevoli opere del pittore Gino Grimaldi (Isola della Scala (VR) 1889 – 1941). All’esterno dell’oratorio, lato mare, la scultura raffigurante San Lorenzo (Santo Patrono di Cogoleto – festa patronale il 10 agosto) opera dell’artista savonese Antonio Brilla.
Torri medioevali di difesa
Tra gli edifici di particolare interesse, la presenza nel territorio del comune di alcune torri ancora visibili, anche se ormai comprese nell’agglomerato urbano di Cogoleto e di Lerca. Le caratteristiche di questi edifici sono simili ad analoghe realizzazioni volute dal governo della Repubblica di Genova per difendere i territori del Dominio. In particolare la torre retrostante via Rati, situata nei pressi della stazione ferroviaria, è stata riconosciuta dal competente Ministero come “torre medioevale di difesa”. Le torri in questione sono comunque da mettere in relazione ad episodi incursori da parte dei pirati barbareschi, che da sempre andavano predando in mare ed in terra. La costruzione di una cintura di torri di avvistamento e difesa doveva salvaguardare le coste dalle incursioni a terra che avevano come conseguenza saccheggi e rapimenti di persone da vendere nei ben organizzati mercati di schiavi.
La fornace da calce “Bianchi” risale alla metà del secolo XIX. E’ una fornace cosiddetta a strato ed a fuoco continuo, alimentata da fascine e carbone. E’ una struttura imponente, mirabilmente restaurata e resa visitabile unitamente a ciò che resta delle pertinenze. Rappresenta quindi una parte importante della storia delle attività produttive presenti anticamente a Cogoleto. La struttura è stata affidata dal Comune di Cogoleto all’Associazione Fornace Bianchi la quale ne garantisce l’apertura, accompagna i visitatori all’interno ed organizza iniziative culturali. Per ulteriori notizie ed informazioni: www.associazionefornacebianchi.org